Difficoltà | Media |
Durata | 5h 30' |
Lunghezza Km | 16,400 |
Segnavia | + + + + |
700m - 1416m | 924m | 924m | |
Punto di partenza |
Un percorso che si sviluppa nella parte bassa della Val D’Aveto a cavallo con la Val Trebbia, fattibile tutto l’anno ma sconsigliato con tempo umido per l’ultimo passaggio per salire al Monte Gifarco che potrebbe risultare scivoloso.
La partenza è a Rezzoaglio, raggiungibile in circa un’ora di auto dal casello di Lavagna seguendo la SS 586 da Carasco, con possibilità di parcheggiare l’auto intorno alla chiesa.
Il paese, dove sono presenti bar e negozi di alimentari, è raggiungibile anche in autobus da Chiavari.
Con la chiesa di San Michele Arcangelo a destra si segue la strada asfaltata che va in direzione di Esola, attraversando il ponte sul fiume Aveto, fino a individuare, a sinistra, un sentiero con ringhiera che sale verso il poggetto dove sorge la frazione.
Esola è una piacevole scoperta con le sue strade strette, le case in pietra, l’antico lavatoio.
Attraversata la parte bassa del paese si prosegue in salita per incrociare la carrabile e continuare verso le case a monte, che si oltrepassano per continuare su una strada sterrata che avanza in mezzo ai campi, passando accanto ad una graziosa cappelletta dove c’è un rubinetto di acqua potabile.
Giunti ad un bivio il segnavia indica il sentiero, una forestale che ora sale, a tratti ripido, nel bosco arrivando ad una spaziosa piana, dove bisogna individuare il segnavia per proseguire verso la giusta direzione.
Sempre con un occhio ai segnavia sugli alberi si continua a salire e si entra poi in una bella faggetta che fa da sfondo a tutta la risalita verso Passo Esola (circa 2 ore da Rezzoaglio).
Da qui si può proseguire per diverse direzioni, il nostro itinerario segue il segnavia per attraversare ancora un tratto di bosco prima di uscire in cresta e proseguire in piano, con il Monte Gifarco di fronte, fino ad un bivio, dove si prosegue a destra seguendo .
Si sale ora diretti alla vetta camminando, senza difficoltà, su terreno roccioso fino a raggiungere in vetta la croce del Monte Roccabruna (1415 mt.), caratterizzata da rocce affioranti, offre una visuale molto ampia che abbraccia Val Trebbia, Val D’Aveto, tutte le vette dell'Appennino e, lato mare, tutta la costa.
Una vista spettacolare che invita a fare qui la sosta pranzo.
Si scende per qualche metro sul tracciato dell’andata fino al bivio dove, presso un roccione si individua sulla destra un sentiero non segnato che conduce, in dieci minuti, alle pendici del Monte Gifarco; da qui sempre mantenendo la destra si arriva al tratto impegnativo: si sale in mezzo ad uno stretto canalino roccioso che necessità l’aiuto delle mani. Si tratta di pochi metri, che però potrebbero diventare pericolosi con la roccia bagnata, soprattutto in discesa.
La vetta rocciosa del Monte Gifarco (1380 mt) oltre che per il panorama richiama tanti escursionisti per una curiosa spada conficcata nella roccia.
Si ripercorre il passaggio tra la roccia per tornare alla base e, questa volta si segue un breve raccordo che riporta sul sentiero con segnavia , abbandonato in precedenza per salire sul Roccabruna, e lo si segue a destra.
Il sentiero perdendo dolcemente quota arriva al Passo Gifarco dove si ignora le deviazione per Fontanigorda per proseguire a sinistra sempre guidati dal segnavia e arrivare, in breve tempo, alla piana di Passo del Fante (1261 mt).
Si segue il sentiero di sinistra che scende verso un’altra area prativa ancora più ampia della precedente.
Si attraversa il prato entrando nel bosco, senza un tracciato ben definito, per cui bisogna prestare molta attenzione al segnavia per orientarsi nella discesa.
Se non si vedono segnavia per troppo tempo è consigliabile ritornare sui propri passi fino all’ultimo incontrato.
Il percorso ora, per circa 6 chilometri, è tutto un saliscendi nella faggeta con diversi attraversamenti di ruscello, di cui un paio un po’ più impegnativi che potrebbero creare difficoltà di passaggio dopo le piogge.
Arrivati su una strada sterrata si continua in discesa in avvicinamento alle prime case di Brignole, a cui si accede oltrepassando una catena.
Il tipico borgo della Val D’Aveto merita una visita per ammirare l'architettura di alcune case, gli antichi portali e la chiesa.
Qui si trova anche un rubinetto di acqua potabile.
Seguendo la carrabile si raggiunge la SS 586 che bisogna seguire a destra per un centinaio di metri fino all’abitato di Molini, costituito da una manciata di case, dove si prende il sentiero che sale a sinistra.
Si tratta di un percorso pedonale, nel bosco, in piano che permette di evitare la strada asfaltata e, in poco più di 20 minuti, passando dalla località Calcinara, con un ultimo passaggio su un ponticello, termina a Isolarotonda.
Qui si ritrova la strada statale che, in pochi minuti, porta al punto di partenza dell'escursione.
A Rezzoaglio sono presenti alcune eccellenze dove acquistare prodotti locali della Val D'Aveto, come carne, formaggi, miele.
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Scheda tecnica
- Durata
- Da 4h a 5h
- Lunghezza km
- 10 - 15
- Difficoltà
- Bassa