Uscio è un piccolo comune del Golfo Paradiso immerso nel verde, che si sviluppa tutto lungo la strada provinciale che lo collega, in circa 15 minuti di auto, alla cittadina costiera di Recco.
Il fulcro del paese si può considerare la zona dove sorge la Parrocchia di Sant' Ambrogio, edificata a fine ottocento accanto all'omonina Pieve in stile romanico che, dal 1920, è stata inserita tra i monumenti nazionali italiani.
Qui si concentrano la maggior parte delle attività e dei servizi, tra cui l'ufficio postale e una banca.
Uscio è rinomata in tutto il mondo per la produzione e la vendita di orologi da torre e orologi artistici da strada attualmente portata avanti dalla Ditta Trebino (in passato hanno contribuito anche le famiglie Bisso e Terrile) che, nel 2004, ha trasformato l'antico stabilimento in un Museo che custodisce pezzi storici e pregiati.
Il suo territorio, che comprende le frazioni di Calcinara e Terrile e il valico di Colle Caprile, è attraversato da numerosi sentieri percorribili a piedi e in MTB che permettono di raggiungere, con piacevoli escursioni; la Val Fontanabuona, i comuni limitrofi (Recco, Sori, Pieve Ligure) o raggiungere il Parco di Portofino e la costa, seguendo la Via del Mare.
Una rete escursionistica, ben segnalata e mantenuta dall' Associazione Uscio Outdoor, con diversi punti d'interesse oltre al panorama: le cave di ardesia, a testimonianza dell'antica attività di estrazione e lavorazione della pietra nera; le case delle stelle, nate come stalle negli anni '20 e diventate rifugio per i partigiani durante la seconda Guerra Mondiale; la big bench, una panchina gigante tanto in voga in questi ultimi anni, che richiama gli amanti dei selfie, installata in posizione panoramica sul trail della Polveriera.
Una curiosità legata al nome di Uscio è la leggenda degli "Sprenaggi", creature immaginarie che, si dice, abitino le colline tra Recco e la Fontanabuona, vivendo in sintonia con gli animali del bosco e presentandosi sotto forme diverse.
A questi simpatici folletti è dedicata anche un concorso artistico-letterario e un piatto, la zuppa di Sprenaggi, preprata con erbe selvatiche.