Difficoltà | Bassa |
Durata | 7h 00' |
Lunghezza km. | 19,000 |
Segnavia | ![]() ![]() |
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"Il sentiero della resistenza" un nome che rimanda alla Seconda Guerra Mondiale, quando i partigiani, per evitare la più visibile strada principale, seguivano questo percorso, che in passato è stato un’importante via di comunicazione e commerciale tra la costa le Valli Aveto e Sturla e la pianura padana. Il sentiero nel 2023 è stato totalmente ripulito e ripristinato da CAI e FIE, con la rimozione di alberi caduti e di rovi che impedivano alcuni passaggi, rendendolo nuovamente fruibile.
L’intero percorso collega Borzonasca, nella Valle Sturla, a Rezzoaglio, il comune più esteso della Val D’Aveto, ma è possibile fare tappe più brevi ricorrendo all’autobus per tornare al punto di partenza (consultando in anticipo gli orari).
La partenza è nella piazza di Borzonasca, cittadina dell’entroterra ligure raggiungibile, in 30 minuti di auto, dai caselli autostradali di Lavagna e Chiavari seguendo la direzione per Carasco e poi la SS 586; oppure con l’autobus della linea Chiavari - Santo Stefano D’Aveto.
Da Piazza Severino, nel cuore del borgo, si continua su Via Carlo Marrè, la stradina che attraversa la parte più interna, fino alla sede del Parco dell’ Aveto, dove a sinistra si imbocca la scalinata che salendo tra le case incontra un bivio, il segnavia ci indica di proseguire in salita.
La scala dopo pochi metri incrocia Via Giacomo Croce prima di entrare, per un breve tratto nel bosco , e ritrovare la strada carrabile che, questa volta, bisogna seguire a sinistra per riprendere il sentiero che sale in maniera ripida all’abitato di Caregli (441 mt).
Qui c’è un rubinetto di acqua potabile.
Si consiglia di fare una breve deviazione a sinistra per vedere la chiesa dei Santi Vincenzo e Anastasio, che con una lapide testimonia la strage dei cittadini compiuta dai fascisti.
Tornati sul sentiero, si passa tra le case del borgo solo in parte ristrutturate offrendo così la possibilità di vedere ancora alcuni esempi di antiche case contadine.
Il segnavia invita ora a proseguire a sinistra per arrivare ad una piana con alcune case in località Gua Moà.
Continuando a destra, accompagnati da una bella vista sulle vette circostanti si ricomincia a salire raggiungendo un bel pianoro ideale per una breve sosta.
Qui bisogna prestare attenzione al segnavia per riprendere il tracciato, non esattamente visibile, che porta ad attraversare il bosco e dopo il piccolo nucleo di case di Barca di Gazzolo, dove si può usufruire di un rubinetto di acqua potabile.
Un largo tratto pianeggiante, costeggiando una fattoria con simpatici animali da cortile, anticipa la discesa nel bosco che nella parte finale lascia il posto ai vasti prati verdi che circondano l'abitato di Poggio a Temossi, separata di pochi metri dalla sottostante Temossi.
Nella località ci sono alcune strutture che affittano camere e c’è la possibilità, per chi volesse interrompere il cammino, di scendere sulla SP 586 (circa 2 Km), dove passa l’autobus (controllare orari).
Dopo l’ultima abitazione di Poggio a Temossi si mantiene la sinistra per salire fino a Montemozzo, un’altra area abitata dove bisogna seguire la carrabile per un tratto, prima di rientrare nel bosco e seguire il sentiero che sale fino ad un incrocio.
Si incrocia il sentiero che sale ai Laghi di Giacopiane; lo si percorre in discesa in direzione Villa Jensi, nome dato a un gruppetto di case edificato sulla strada provinciale poco distante da Bertigaro, che si sfiora per mantenersi sul sentiero con segnavia che, in breve, arriva ad un bivio: il segnavia porta sul sentiero più a destra che sale e poi scende nel bosco ma con quello di sinistra si evita la salita passando dalla località Prorè e ci si ricollega poco dopo con l’altro.
Da Prorè c’è la possibilità, in pochi minuti, di raggiungere la strada provinciale.
Dopo un tratto di strada sterrata riprende la salita che alterna passaggi nei boschi a tratti più aperti circondati dalle vette circostanti, attraversando distese verdi.
Il percorso incrocia in più punti il torrente Sturla che bisogna guadare e, soprattutto un passaggio, dopo abbondanti piogge potrebbe risultare difficoltoso.
Man mano che si perde quota, e la salita si fa più impegnativa, ci si ritrova immersi in una bella foresta di abeti e pini marittimi fino ad arrivare al Passo Bisinella, conosciuto anche come Passo delle Rocche (1125 m slm).
E’ un punto strategico sull’ Alta Via dei Monti Liguri, perché da qui si possono raggiungere destinazioni diverse, come si può approfondire dal pannello del Parco dell’ Aveto.
Qui in segno di riconoscenza ai partigiani e ai valligiani che combatterono in questi luoghi, CAI e FIE hanno posizionato una targa, inoltre si trova anche un pannello descrittivo sul sentiero che si sta percorrendo.
Da questo momento il segnavia diventa giallo (il colore differenzia i sentieri del versante tirrenico da quello padano) e indica di proseguire diritti, scendendo in direzione di Villa Cella.
Dopo un primo breve tratto in discesa ricoperto di foglie, scivoloso in particolari condizioni meteo, il sentiero diventa molto piacevole, proseguendo pianeggiante lungo il torrente, prima di riprendere la discesa nella faggeta.
Arrivati al Fossato Grande, un ponticello in legno agevola il passaggio e accompagna alla breve risalita al borgo di Villa Cella.
Il paese si colloca su un’antica via di commercializzazione, "la mulattiera della Pria Martina", utilizzata, tra il 1000 e il 1500, per lo scambio di merci tra la costa e Val D’ Aveto (fonte: Carlo Gatti - marenostrumrapallo.it).
A testimonianza di questo periodo si possono ancora vedere, accanto alla chiesa, i resti del monastero costruito dai frati Benedettini per offrire riparo e supporto ai numerosi viandanti.
Tra le case, in parte oggi disabitate, una è ancora in attività come agriturismo, dove è possibile pranzare e cenare (previo contatto).
Villa Cella dista circa 3 Km dalla strada provinciale.
Per riprendere il sentiero, si segue la mulattiera sotto alla chiesa, che dopo aver lasciato l’ultima abitazione, entra nel bosco per arrivare dopo circa 20 minuti ad una piana dove è stata edificata una piccola cappelletta in pietra, la Cappella della Madonna dell’Alpe.
Continuando a scendere dolcemente nel bosco si incontra un primo ruscello che si attraversa senza problema, prima di giungere ad un incrocio, dove si consiglia di fare una deviazione a sinistra per una breve visita a Costafigara, un altro paesino dove si respira ancora l’atmosfera del passato, grazie alle sue antiche case in pietra e la pace che regna.
Risaliti sul sentiero principale, si abbandona il sentiero principale per seguire il segnavia e salire in maniera ripida per poi proseguire in piano a sinistra.
In questo tratto si attraversano piccoli ruscelli e si contano un paio di cascine che possono offrire uno spartano rifugio in caso di maltempo.
In breve inizia la discesa nel bosco verso Rezzoaglio, che si raggiunge dopo circa un’ora. quando il sentiero termina alle spalle di una bella villa.
Per scendere sulla strada asfaltata, si percorre un viottolo che si individua a destra; da qui, girando a sinistra si arriva nel centro del paese dove ci sono servizi di ogni genere, bar, ristoranti e alcune aziende di prodotti tipici della Val D’Aveto, ad esclusione di strutture per dormire (almeno per il momento).
Per il ritorno a Borzonasca consultare gli orari degli autobus che servono la linea Santo Stefano D’Aveto - Chiavari.
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Scheda tecnica
- Durata
- Da 5h a 7h
- Lunghezza km
- 15 - 20
- Difficoltà
- Bassa